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Come Avoriamo

EXPORT CONTROL

EXPORT CONTROL

Il controllo dell’export strategico (per le esportazioni al di fuori della UE) è quella forma di controllo e restrizione nei confronti dei trasferimenti di: materiali, prodotti, tecnologie, software, servizi ma anche specie biologiche ecc. considerati di valenza strategica, o di protezione dei diritti umani e ambientali (in particolare, le armi, prodotti a duplice uso, le specie di flora e fauna, le sostanze chimiche naturali o di sintesi ecc..) che tutti i principali Paesi del mondo impongono per tutelare gli interessi di sicurezza nazionale, intesi nell’ampia accezione di natura: politico-sociale, economica, ambientale e militare.

L'UE è un grande produttore ed esportatore di prodotti strategici ed in particolare dei prodotti c.d. a duplice uso (civile e militare) pertanto svolge un ruolo significativo nei controlli delle esportazioni volti a contrastare la proliferazione. I principali regimi di controllo delle esportazioni dell'UE sono sorti alla fine degli anni '90 e sono stati gradualmente rafforzati negli anni, in particolare nell'ambito della strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (ADM).

I regolamenti attuano gli impegni internazionali assunti a norma di risoluzioni internazionali o del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonché i pertinenti accordi internazionali e regimi multilaterali di controllo delle esportazioni, stabilendo principi fondamentali e norme comuni per il controllo delle esportazioni, dell'intermediazione, del transito e del trasferimento di prodotti, tecnologie e servizi.

Nel tempo sono stati quindi creati “REGIMI DI CONTROLLO” in diversi ambiti: tecnologie e materiali Dual Use, missilistico, nucleare, chimico ecc. I Regimi di controllo producono le cosiddette “liste di controllo” che devono essere adottate da tutti i Paesi aderenti a tali regimi. Le liste di controllo dei vari regolamenti vengono periodicamente aggiornate, ed è pertanto indispensabile per le aziende esportatrici, verificare regolarmente la pubblicazione di eventuali regolamenti di modifica e aggiornamento.

Risulta evidente come il controllo dell’export strategico sia argomento molto complesso, di elevata criticità, e tale da coinvolgere problematiche di varia natura:

  • Politica. Le restrizioni sono di natura politica,
  • Tecnica Le liste di controllo si basano su liste che riportano riferimenti specifici materiali con ben definite caratteristiche tecniche,
  • Amministrativa Le autorizzazioni si basano su procedure complesse che richiedono la disponibilità di adeguate informazioni e una stretta collaborazione con le Autorità competenti.
  • Legale Nelle responsabilità vengono coinvolte l’Azienda e la sua dirigenza con sanzioni di natura penale, amministrativa e politica.
  • Doganale I problemi tipicamente sorgono al momento dell’uscita dalla dogana del paese di esportazione

L'esistenza di un sistema comune di norme e di politiche armonizzate nei controlli all'esportazione in tutti gli Stati membri dell'Unione, rappresenta un presupposto indispensabile affinché ci possa essere una libera circolazione dei prodotti (specialmente quelli a duplice uso) all'interno dell'Unione Europea.

REGIMI MULTILATERALI DI CONTROLLO ALLE ESPORTAZIONI

Il Gruppo Australia (AG)

Gli Stati membri del gruppo Australia (Australia Group) sono accomunati dall’intento di impedire la proliferazione di armi chimiche e biologiche tramite controlli delle esportazioni coordinati a livello internazionale. Il gruppo è stato creato in seguito all'impiego di armi chimiche nel conflitto tra Iran e Iraq con lo scopo di impedire la proliferazione di armi chimiche e più tardi anche di armi biologiche. Il gruppo deve il suo nome all'Australia, Paese che ha proposto il primo incontro tenutosi nel 1985 a Bruxelles. L'AG non è un'organizzazione internazionale basata su un trattato istitutivo, ma un regime di controllo delle esportazioni vincolante soltanto da un punto di vista politico per i Paesi membri.

L'obiettivo principale dell'AG consiste nell'assicurare che le industrie dei diversi Stati membri non contribuiscano, intenzionalmente o meno, alla proliferazione di armi chimiche e biologiche mediante le loro esportazioni. Nel contempo, occorre garantire che il commercio legittimo dei beni controllati dall'AG non sia ostacolato. I membri del gruppo sono produttori importanti oppure Paesi di transito di composti chimici a duplice impiego, agenti biologici, tossine e beni d'armamento (p. es. pompe, fermentatori, ecc.) che potrebbero essere utilizzati illecitamente per programmi di armamento biologico o chimico. Gli Stati membri dell'AG stilano di comune accordo diverse liste di controllo in cui sono elencati i beni a duplice impiego soggetti ad autorizzazione in caso di esportazione. Tali liste sono regolarmente aggiornate per garantirne costantemente la validità. In Svizzera, la base legale per l'attuazione dei controlli concordati dal'AG è costituita dalla legge sul controllo dei beni a duplice impiego (LBDI, RS 946.202).

Attualmente il gruppo Australia conta 41 Stati più l'Unione europea. L'Australia dirige il segretariato del gruppo e assume la presidenza durante la seduta plenaria annuale che si tiene a Parigi. Le decisioni dell'AG sono prese per via consensuale.

Il Gruppo di fornitori nucleari (NSG)

Gli Stati membri del gruppo dei fornitori nucleari (Nuclear suppliers group) sono accomunati dall’intento di impedire la proliferazione di armi nucleari mediante controlli delle esportazioni convenuti a livello internazionale.

Il gruppo è stato istituito nel 1977 con l'obiettivo di incentivare l'applicazione delle disposizioni del trattato di non proliferazione nucleare. Non si tratta tuttavia di un'organizzazione internazionale basata su un trattato istitutivo, ma di un regime di controllo delle esportazioni vincolante soltanto da un punto di vista politico per i Paesi membri. Le misure di controllo delle esportazioni coordinate dal NSG sono contenute in due documenti distinti (Guidelines) a cui sono allegati rispettivamente le liste dei prodotti nucleari propriamente detti (NSG Part 1) e quelle dei beni a duplice impiego utilizzabili nel settore nucleare (NSG Part 2). Ai prodotti nucleari propriamente detti, come per esempio gli accessori per reattori nucleari e impianti di arricchimento dell'uranio, si applicano regole di esportazione particolarmente rigide: questi prodotti possono essere forniti soltanto a Stati i cui impianti nucleari sono conformi alle misure di sicurezza dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (International Atomic Energy Agency, IAEA). I beni a duplice impiego non possono essere forniti se potrebbero essere utilizzati per fabbricare armi nucleari o se potrebbero essere inseriti in un ciclo del combustibile nucleare non controllato dall'IAEA. Il gruppo dei fornitori nucleari conta attualmente 47 membri. La presidenza è assunta ogni anno a turno da uno dei Paesi membri. Non esiste un segretariato permanente. La rappresentanza permanente del Giappone presso le organizzazioni internazionali a Vienna costituisce il punto di contatto centrale (Point of Contact). I Paesi membri si riuniscono una volta all'anno in seduta plenaria e due volte all'anno nell'ambito delle riunioni del cosiddetto gruppo consultativo. Le disposizioni del NSG rivestono un ruolo particolarmente importante quale regime di controllo delle esportazioni, viste le ripercussioni sull'industria delle macchine utensili.

Il regime di controllo delle tecnologie missilistiche (MTCR)

I Paesi membri del regime di non proliferazione nel settore missilistico (Missile Technology Control Regime) sono accomunati dall’intento di impedire la proliferazione di missili balistici, missili da crociera e veicoli militari teleguidati (droni) mediante controlli delle esportazioni.

Il regime MTCR è stato fondato nel 1987 con l'obiettivo di impedire la proliferazione dei missili balistici utilizzati a fini nucleari. Dal 1991 controlla anche i sistemi in grado di trasportare armi biologiche e chimiche con un carico utile modesto, come pure missili da crociera (cruise missiles) e veicoli teleguidati (droni). Da settembre 2002 il regime prevede inoltre misure per impedire che i sistemi vettori e le loro tecnologie cadano in mano a terroristi.

Il regime MTCR non è un'organizzazione internazionale basata su un trattato istitutivo, ma un regime di controllo delle esportazioni vincolante soltanto dal punto di vista politico per i Paesi membri. Questo regime svolge un ruolo particolare perché i missili, contrariamente alle armi atomiche, biologiche e chimiche, non sono disciplinati o vietati da convenzioni internazionali. Dal 2002 esiste però il Codice di condotta dell'Aia contro la proliferazione dei missili balistici (Hague Code of Conduct, HCOC) che rappresenta un primo passo per il controllo dei missili balistici.

Le misure di controllo delle esportazioni coordinate dal MTCR sono contenute in un insieme di linee guida (Guidelines) e in un allegato in cui sono elencati i beni da controllare. La lista di controllo prevede due categorie di beni: quelli della prima categoria (p. es. missili balistici completi e sottosistemi come motori propulsori o sistemi di controllo per missili balistici, ecc.) in linea di principio no dovrebbero essere esportati; le esportazioni dei beni appartenenti alla seconda categoria (cosiddetti beni a duplice impiego, cioè beni che possono essere utilizzati sia a fini civili che militari) sono invece soggette a minori restrizioni.

Nel valutare le domande di esportazione, gli Stati membri verificano, tra le altre cose, se lo Stato ricevente elabora un programma missilistico, se il bene da esportare può essere utilizzato in un programma di questo tipo e se il Paese in questione possiede oppure sviluppa armi di distruzione di massa.

La presidenza è assunta ogni anno a turno da uno dei Paesi membri. Non esiste un segretariato permanente. Il Ministero degli affari esteri francese a Parigi costituisce il punto di contatto centrale (Point of Contact).

L’Accordo di Wassenaar (WA)

L'accordo di Wassenaar - noto come il controllo di Wassenaar delle esportazioni di armi convenzionali e di beni e tecnologie a duplice uso - è un accordo internazionale di controllo delle esportazioni sulla vendita e il trasferimento di munizioni e beni a duplice uso che potrebbero essere utilizzate e avere scopi pacifici o militari.

Mentre gli altri tre regimi di controllo delle esportazioni (gruppo Australia, gruppo dei fornitori nucleari e regime di non proliferazione nel settore missilistico) concernono la non proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei relativi sistemi, l’WA si concentra sui controlli all’esportazione di armi convenzionali e beni a duplice impiego. In base ai termini dell'accordo, i paesi membri si impegnano al controllo per prevenire la diffusione di forniture potenzialmente pericolose. Queste ed altre disposizioni possono essere utilizzate per stabilire un quadro globale per limitare accumuli pericolosi di munizioni e forniture militari con l'obiettivo di creare-mantenere la stabilità globale.

La normativa contiene due elenchi separati. Uno è inerente le munizioni e tutti i dispositivi con una chiara finalità militari, come carri armati e missili ecc. L'altro include beni a duplice uso, come l'elettronica che potrebbero avere uno scopo militare, ma può includere anche altre applicazioni. Processori per computer in grado di eseguire o asservire, ad esempio, sistemi d'arma, ma possono essere utilizzati anche per i personal computer a diffusione civile.

Convenzione sulle armi chimiche (CAC/CWC)

La convenzione sulle armi chimiche (Chemical Weapons Convention) è un trattato di disarmo e di non proliferazione vincolante di diritto internazionale il cui obiettivo consiste nel divieto delle armi chimiche a livello mondiale. È il primo trattato che vieta in modo verificabile tutta una serie di armi di distruzione di massa. La convenzione, entrata in vigore nel 1997, conta attualmente 191 Stati membri. Essa è intesa a proibire lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio, il transito e l'utilizzo di armi chimiche ed esige la distruzione di eventuali stock da parte dei Paesi membri. L'osservanza della convenzione è controllata dall'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons, OPCW) la cui sede si trova all'Aia. Un sistema di notifica e di verifica particolarmente efficace, impone ai membri di dichiarare le attività inerenti la CWC e di autorizzare ispezioni sul loro territorio. In tale modo è verificata l'osservanza della convenzione da parte di ogni Stato membro e vengono garantite trasparenza e fiducia. Molti dei prodotti chimici controllati dalla CWC sono a duplice impiego. Le sostanze chimiche controllate sono elencate in tre liste a seconda della loro importanza in quanto armi chimiche. Oltre a queste sostanze chimiche contenute nelle liste, anche determinati composti e sostanze chimiche organiche che contengono fosforo, zolfo o fluoro sono sottoposti a controlli da parte della CWC. L'esportazione delle sostanze chimiche elencate (per alcune anche l'importazione) è soggetta a un'autorizzazione e l'esportazione di determinate sostanze verso gli Stati che non sono membri è vietata. Le ispezioni sono effettuate da un gruppo multinazionale dell'OPCW che si reca a intervalli regolari nelle aziende che dichiarano di svolgere attività concernenti il campo di applicazione della CWC. La convenzione sulle armi chimiche è particolarmente importante soprattutto in considerazione del peso economico della sua industria chimica e farmaceutica.

La regolamentazione negli Stati Uniti: Beni Dual Use (EAR)

La regolamentazione delle esportazioni di beni Dual Use dagli Stati Uniti è regolata dall’Export administration act (EAA) del 1979, che costituisce il quadro di riferimento delle Export administration regulations (EAR). I regolamenti statunitensi per l’esportazione di beni duali sono complessivamente più restrittivi rispetto a quelli europei. Il sistema statunitense prevede una CCL - Commercial Control List dei beni duali in cui rientrano tutti i beni e materiali compresi nelle liste dei regimi multinazionali di cui gli Stati Uniti sono parte (inclusi WA, MTCR, NSG, AG, CWC). Inoltre la lista statunitense comprende beni che il governo intende tenere sotto controllo sulla base di tre principali criteri:

  • sicurezza nazionale (se si tratta di beni la cui esportazione potrebbe contribuire al miglioramento delle capacità militari di Paesi ostili o non alleati),
  • politica estera (le esportazioni possono essere vietate se ciò serve a promuovere obiettivi di politica estera o per aderire agli obblighi internazionali),
  • danno per l’economia nazionale (criterio inserito negli anni Cinquanta del 20° sec., in un periodo di scarsità di alcuni materiali, ma ormai desueto e considerato raramente).

La procedura per richiedere una licenza di esportazione di beni duali prevede un esame della richiesta da parte del dipartimento del Commercio. Il processo di richiesta per le licenze è gestito dall’apposito Bureau of industry and security (BIS). Tuttavia, è possibile che la competenza per l’esame della licenza sia del Dipartimento di Stato, del dipartimento della Difesa o di quello dell’Energia, a seconda della ragione per la quale il bene è stato inserito nella lista. Nel complesso, il sistema è giudicato come estremamente lento e macchinoso. La macchinosità e la lentezza delle procedure costituiscono uno dei principali argomenti dei sostenitori di una maggiore liberalizzazione, i quali ritengono che l’eccesso di burocrazia finisca per danneggiare l’industria nazionale nel suo complesso. Anche il mantenimento di un’industria forte e competitiva, si può notare, costituisce un interesse nazionale di sicurezza, in quanto consente agli Stati Uniti di mantenere un vantaggio strategico nella creazione di nuove tecnologie da utilizzare anche per scopi di sicurezza e difesa.